Cosa intendiamo con il termine religione?
La religione diventa una necessità esistenziale già nell’uomo primitivo. L’evoluzione sociale e culturale, sin dalla preistoria ha posto l’uomo di fronte al Cosmo, ha generato domande di carattere esistenziale e culturale che non avrebbero mai ricevuto risposte se non attraverso un credo, una professione mistica.
La trascendenza quindi è la necessità arcaica di porsi di fronte ad una o più entità di carattere soprannaturale per sentirsi parte di un disegno più grande, assoluto, non dettato solamente dall’istinto o dalle necessità materiali di sussistenza.
L’uomo ha iniziato a porsi di fronte ai misteri della vita e del Cosmo dando valore ai fenomeni che osservava come frutto della volontà universale di esseri superiori, immateriali, ma in grado di determinare fenomeni di causa/effetto.
Nasce così la religione che nelle sue prime, lunghissime fasi, ha mantenuto caratteristiche animiste per secoli, quindi le entità spirituali, le divinità erano intese come spiriti viventi dentro i fenomeni, la natura, le stelle, gli astri, le maree o le eclissi.
L’uomo temeva quei fenomeni, quindi, di conseguenza, ha iniziato a credere in essi ponendosi con umiltà bisognosa di protezione richiesta attraverso rituali antropologicamente sempre più complessi.
I primi “dei” erano gli spiriti degli alberi, degli animali cacciati, del fulmine, del fuoco e l’uomo temeva l’ira di essi se non offriva loro rispetto e rituali di protezione.
Gli dei iniziali erano animali soprattutto e gli stessi animali, nel tempo divennero antropomorfi perché l’uomo non poteva accettare che un essere superiore, che aveva lui donato intelletto e razionalità, fosse da lui diverso. In quel momento nascono i politeismi e le culture si evolvono nel nome di scoperte e nuovi dei.
Dagli antichi politeismi alle religioni rivelate: la storia dell’uomo attraverso la religione
Quasi tutta la civiltà nasce e si sviluppa a livello culturale nell’area della Mezzaluna fertile, quella striscia di terra corrispondente oggi a Iran e Iraq soprattutto. Popoli come Sumeri, Ittiti, Assiri, sviluppano nuove conoscenze in ambiti culturali, scoprono la possibilità di poter lasciare tracce inventando la scrittura, credono in dei ora con matrici cosmogoniche, dei creatori che hanno generato l’Universo conosciuto.
I primi scienziati scrutano il cielo notturno, gli astri luminosi e scoprono che l’Universo non è anarchia ma ha regole non scritte da interpretare. In quel momento per l’uomo oramai quasi moderno gli dei divengono coloro che hanno scritto quelle regole, hanno forgiato il Cosmo, hanno donato la vita agli esseri della Terra e la ritualità diviene più complessa, sino alle forme classiche di religioni politeiste egiziane, greche, romane o i pantheon nordici delle popolazioni barbare.
Nei secoli successivi anche l’India e l’area della Valle dell’Indo inizia a evolvere una sua religiosità derivata dal Medio Oriente: prima l’induismo, poi il buddhismo evolvono e condizionano tutto il pensiero asiatico e non solo.
Dagli Dei a Dio il passo è breve
Nelle stesse aree mediorientali, l’unione di diversi testi porta la formulazione di un unico volume che cambierà le sorti del Mondo: la Bibbia.
La civiltà ebraica trova la propria storia nella Bibbia e per la prima volta la religione non è supposizione locale, ma rivelazione di un Dio che pone l’uomo di fronte alla propria evoluzione frutto della volontà dell’essere superiore. L’ebraismo è la volontà di Dio di guidare il popolo d’Abramo nella sua storia, ma sempre da quel testo, da quella cultura, altre due religioni impongono la loro testimonianza: il Cristianesimo e l’Islam. Un Dio unico e simile per tutte e tre le professioni: angeli, rivelazioni, miracoli, presenze di Dio nella vita degli uomini sono le matrici comuni delle preghiere e dei rituali.
Per questo motivo, considerando quanto sia importante per l’uomo credere, come sia evolutivo il processo che porta dal culto del fuoco e del fulmine la trascendenza verso un unico Dio, un percorso comune, la religione dovrebbe essere sempre più unione tra i popoli e non sorgente di astio e divisioni.</p>