C’è un ritorno del western nel cinema hollywoodiano? Ci sono due film che negli ultimi anni hanno avuto successo (ambedue hanno importanti candidature all’Oscar) e sono opera di due maestri. Il primo è The Revenant di Alejandro Jonzales Inarritu, il regista messicano che già avuto grandi successi. L’altro è di un mito del cinema contemporaneo Quentin Tarantino, e si stratta di The Hateful Eight, la cui colonna sonora è stata scritta dal nostro grande musicista Ennio Morricone. A parte le polemiche sui premi Oscar per i quali sono candidati ancora i non premiati Leonardo Di Caprio come attore non protagonista del film del regista messicano, e Ennio Morricone che ha avuto cinque nomination e mai un premio (a parte quello concesso alla carriera, che però suona come consolazione), dobbiamo chiederci perché un genere che ha fatto la storia del cinema, ma che oramai sembra scomparso sia di nuovo all’attenzione di sue autori, che pur se con una interpretazione, appunto, fortemente autoriale, si confrontano con il genere per eccellenza.
Il western è il più americano dei generi, legato al mito fondativo degli Usa, la frontiera, intesa in senso non solo letterale, il limite oltre cui spingere la civiltà appropriandosi delle risorse e della natura, ma anche come ricerca del nuovo limite, come spinta al miglioramento, come ricerca di un mondo migliore. Non a caso il più grande presidente americano del 900, John Kennedy, aveva definito “nuova frontiera” il suo progetto politico, intendendo il nuovo limite da superare quello delle disuguaglianze e delle ingiustizie.
Ebbene, questo mito tutto americano, grazie al grande cinema hollywoodiano è diventato epica del 900, non c’è mitologia più efficace e più condivisa in ogni angolo del mondo, del western, con la sua lotta tra l’eroe solitario e ribelle contro la natura e l’ingiustizia, contro i cattivi, di volta in volta i selvaggi indiani e poi, in epoca di politicamente corretto, i banditi, o i ricchi che non rispettano la legge. Non c’è altro genere che non abbia preso dal western temi e stilemi, si pensi all’horror (che cosa sono gli zombie se non gli indiani che assediano il fortino?), della fantascienza (Guerre Stellari è un grande western galattico), del film di gangster, in cui i cattivi sono costruiti sugli stilemi dei cattivi del West.
Eppure il genere era scomparso, e i pochi tentativi di riportarlo in vita non avevano avuto successo. Forse la versione italiana, troppo violenta e cinica, aveva svelato l’arcano; forse la conquista della natura non è più un mito in epoca di ecologismo, forse cavalli mucche e praterie hanno stancato. Ora il successo di questi due film può invertire la tendenza. Vedremo.