È ovvio che non si può rimanere giovani in eterno, ma il decadimento fisico e quello psichico vanno ritardati e minimizzati avendo cura della propria vita e il massimo rispetto di sé stessi.
Prolungare la vita fino a centoventi anni è lo scopo di molte teorie mediche, aventi come fine quello di non creare una società di persone vecchie, ma di allungare il periodo di attività degli attori sociali, ossia delle persone.
Aspettative di vita e statistiche varie
Se arrivare ai 60 anni conclamati vuol dire un po’ sentirsi archiviati nel libro del non desiderabile, è pur vero che il mondo è cambiato e l’età della vecchiaia per buona parte delle persone è ancora di là da venire.
Attualmente la statistica individua nella media di 85 anni la longevità per le donne e di 82-83 per gli uomini. I geriatri insomma lanciano l’adozione di una definizione dinamica del concetto di «anzianità» che si adatti «alle mutate condizioni demografiche ed epidemiologiche. E tenendo contro che scientificamente si è anziani quando si ha un’aspettativa media di vita di 10 anni».
Eppure, benché molti anziani sono attivi nella vita sociale e familiare, alcuni over 70 si sentono pessimisti sul futuro: uno su due pensa che la società tenda ad emarginare le persone più avanti con gli anni.
Ciò che gli anziani temono di più è l’impossibilità di vivere la vita degnamente insieme alle difficoltà che l’invecchiamento comporta e alla disabilità ad esso associate. Risulta essere alquanto importante preservare dunque, oltre la salute, anche la rete sociale che è uno straordinario strumento di protezione e garantire la possibilità di scelta e autodeterminazione rispetto alle ultime fasi della vita.
Il progressivo invecchiamento della popolazione impone a ciascuno di fare del proprio meglio per invecchiare il meglio possibile, per il bene di ciascuno e della collettività intera. Una nuova responsabilità ad adottare uno stile di vita volto al mantenimento di «una condizione caratterizzata da: basso rischio di malattia e disabilità ed essa correlata, elevata riserva funzionale e cognitiva e una vita attiva, partecipata e produttiva».
Quando parliamo di stili di vita atti e idonei per affrontare la giusta fase relativa all’invecchiamento, si deve far riferimento non solo al fatto che si deve tenere in allenamento la mente con impegni quotidiani, non solo tenere allenato il fisico con una modesta, ma costante attività fisica, ma soprattutto con la giusta, sana e corretta alimentazione.
Oggi giorno, in commercio, si possono acquistare i pasti sostitutivi per anziani, ovvero dei prodotti tipo questi.
Dei prodotti niente male!
Questi garantiscono un basso contenuto calorico, la necessaria assunzione di vitamine e sali minerali, proteine e carboidrati. La composizione dei pasti sostitutivi e il loro apporto calorico è stabilita da un severo regolamento europeo: l’apporto calorico dev’essere compreso tra le 200 e le 400 calorie per pasto, le calorie provenienti dalle proteine devono coprire tra il 25 e il 50% delle calorie totali, mentre le calorie provenienti dai grassi non devono superare il 30% del totale. Ancora, le vitamine presenti devono essere 12 e i minerali essenziali 11. Ecco perché con i prodotti sostitutivi si va davvero sul sicuro, scongiurando il rischio di carenze alimentari.
Sono alquanto semplici da preparare, e scongiurano quel timore che può essere rappresentato dallo squilibrio tra ciò che l’anziano può ingerire con i classici pasti e i reali fabbisogni energetici, in relazione anche a qualche patologia medica legata all’età.
In virtù delle loro caratteristiche nutrizionali, i pasti sostitutivi, aiutano a mantenere forza e vitalità.