Negli ultimi anni, quella di sfamare la maggior percentuale possibile di popolazione mondiale in modo sostenibile è una vera e propria sfida.
Non a caso, infatti, il settore alimentare ha visto il susseguirsi di innovazioni dal punto di vista scientifico che stanno pian piano allargando gli orizzonti gastronomici, fornendo di fatto numerose alternative ai cibi che normalmente vengono consumati.
In che modo, quindi, scienza e innovazione in questo delicatissimo settore si stanno connettendo sempre di più?
Analizziamo le tendenze a tal proposito in questo interessante articolo!
Il futuro dell’enogastronomia: la carne coltivata
Il problema dell’alimentazione squilibrata in tutto il mondo è senza dubbio uno dei temi maggiormente discussi oggi.
Per questo, le contromisure che si stanno adottando per far fronte a tale questione sono molteplici, una delle quali è da ricercare nella cosiddetta carne coltivata: di cosa si tratta?
Si tratta di una speciale tipologia di carne ottenuta in laboratorio a partire da cellule staminali dell’animale; tuttavia, contrariamente a quanto si possa pensare, la primissima teorizzazione delle carne coltivata risale addirittura alla metà dell’Ottocento grazie al chimico Barthelot.
Solo nell’ultimo ventennio, però, i risultati di quell’antico studio sono stati tradotti in realtà: nel 2013, infatti, un docente di fisiologia di un’importante università olandese creò e presentò il primo hamburger coltivato specificando le tecniche che aveva utilizzato e i costi sostenuti.
Non solo, nel 2020 Singapore è stato il primo Paese al mondo a regolamentare il commercio di crocchette di pollo ottenute dalla coltivazione di cellule animali.
In Europa questo non è ancora possibile, quasi sicuramente per via di un atteggiamento di timore e di diffidenza per un qualcosa di mai visto prima; ad ogni modo, la produzione di carne coltivata è estremamente simile a ciò che avviene quando tessuti o interi organi umani si rigenerano a partire dalle cellule staminali.
Dopo averla prelevata tramite biopsia, una piccola porzione di tessuto muscolare di un bovino subisce la separazione tra fibre e cellule staminali prima che quest’ultime vengano coltivate in laboratorio.
Consumare carne coltivata è scientificamente benefico per l’ambiente poiché i bovini, a causa della quantità di metano che emettono, aumentano le emissioni di gas serra, problema che non si pone coltivando in laboratorio la carne.
Tuttavia, resta da capire il numero di nutrienti presenti in essa e l’apporto nutrizionale che possiede; ad ogni modo, si tratterà di un alimento che potrebbe far parlare di sè nel prossimo futuro.
Le alternative vegetali come cibo innovativo
Oltre alla carne coltivata, tra le recenti innovazioni nel settore alimentare vengono annoverati gli alimenti plant-based, ossia a base vegetale; si tratta di prodotti che si propongono come un’alternativa proteica a quelli di origine animale.
Tra di essi figurano hamburger vegetali, latti vegetali, yogurt senza tracce di latte, formaggi vegetali e così via.
Oggi, tale tipologia di alimento è ormai entrata nella grande distribuzione accontentando le esigenze di chi segue diete a base vegetale o di coloro che consumano solo cibi a bassissimo impatto ambientale.
Tali alimenti sono molto ricchi di zuccheri, sale e grassi e pertanto l’apporto nutrizionale non è poi dei migliori ma, a causa della loro capacità di rispondere alle più disparate richieste, stanno rappresentando un grande passo verso l’innovazione alimentare.
Insetti e nutrienti sostenibili
Come non citare, infine, il ruolo che stanno ricoprendo gli insetti nel settore alimentare: si tratta già di una realtà che in molti provoca disgusto, ma che ad oggi ha attratto circa 2 miliardi di persone in tutto il mondo.
Sono diversi anni che si parla di insetti come fonte proteica alternativa nota per il contenuto nutrizionale e per l’impatto ambientale quasi nullo.
Nella grande distribuzione, i prodotti a base di insetti o di farina di insetti spaziano dalle patatine ai biscotti, passando per la pasta.
Ovviamente, non si parla di insetti selvatici, ma allevati in modo intensivo, controllato e regolamentato: per questo, di certo si tratterà di un alimento capace di dominare il settore alimentare del prossimo futuro!