Qualora si decida di iniziare la produzione di mascherine protettive (come molte aziende hanno fatto per cercare di continuare a generare fatturato o per motivi legati all’esigenza), la cui domanda è cresciuta tantissimo in seguito all’emergenza dovuta alla pandemia causata dal Covid 19, bisogna tenere presente che ci sono delle normative ben specifiche da tenere presente e da rispettare.
La produzione di mascherine in Italia viene regolamentata in base a precise indicazioni che variano a seconda della tipologia di mascherine che si vuole produrre: nel caso di decida di iniziare a produrre le mascherine chirurgiche bisogna attenersi, affinché siano sicure, alla norma UNI EN 14683:2019 che prevede caratteristiche ben precise oltre che dei test di prova che vanno effettuati. Le mascherine chirurgiche devono innanzitutto assicurare la possibilità di traspirare, devono essere efficaci nel filtrare i batteri e fare pulizia dai microbi e devono anche essere resistenti agli schizzi liquidi.
Se invece di decide di produrre le mascherine filtranti quali ad esempio i modelli FFP2 e FFP3 il cui utilizzo è prevalente in ambito ospedaliero e di assistenza, in questo caso bisogna rispettare ciò che dice la la normativa tecnica UNI EN 149:2009: queste tipologie di mascherine hanno la funzione principale di proteggere chi la utilizza da agenti esterni e servono per proteggere le vie respiratorie. Per verificarne l’affidabilità e l’efficienza devono essere sottoposte a dei test tecnici. Le mascherine FFP2 e FFP3 possono essere con o senza valvola.
Quelle elencate di sopra sono le uniche mascherine sul mercato che vengono considerate come dispositivi medici o di protezione individuale: tutte le altre tipologie di mascherine che invece vengono trovate sul mercato non possono essere considerate dei dispositivi medici e possono essere prodotte sotto la diretta responsabilità del produttore. Proprio per questo motivo molte aziende hanno potuto cominciare la produzione di questi dispositivi protettivi anche in tempi brevi e diversificando dalla loro produzione normale.
Questo significa che il produttore, ai sensi dell’articolo 16, comma 2, del D.L. 18/2020, deve garantire la sicurezza del prodotto relativamente al non utilizzo di materiali irritanti, infiammabili o che possano avere effetti negativi sulla salute: chiaramente queste tipologie di mascherine non possono essere utilizzate in ambienti medici, ospedalieri o assistenziali e non vengono sottoposte ad alcuna approvazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.
Oltre all’utilizzo della mascherina, in qualsiasi ambiente professionale o sociale vi troviate, è comunque importantissimo tenere atteggiamenti adeguati nei confronti delle altre persone e soprattutto rispettare il distanziamento sociale che, insieme all’utilizzo delle mascherine protettive, è uno dei comportamenti più importanti da tenere per evitare che il virus continui a proliferare.
Per maggiori informazioni, qualora decidiate di intraprendere l’attività imprenditoriale relativa alla produzione di mascherine, potete sempre consultare il sito del Ministero della Salute o dell’Istituto Superiore della Sanità dove troverete tutte le informazioni necessarie per operare in modo corretto e seguendo le normative vigenti. Qualora infatti non doveste rispettarle, le multe sarebbero molto salate e potrebbero crearvi dei notevoli problemi.