Il Decreto Legge n. 102 del 2014 impone alle imprese con un numero di dipendenti superiore o uguale a 250 o con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro l’anno, di effettuare un’analisi energetica, una diagnosi che prende il nome di audit energetico oppure a certificare un Sistema di Gestione dell’Energia ISO 50001. L’obiettivo di tale normativa è quello di raggiungere il 20% di efficienza energetica in più entro l’anno 2020. Grazie all’audit energetico, infatti, si possono individuare delle azioni mirate e tutte quelle che sono le procedure necessarie per un uso ottimizzato e più razionale dell’energia.
In cosa consiste l’analisi energetica
L’audit energetico, o l’analisi energetica che dir si voglia, è un servizio che viene effettuato da delle imprese specializzate in questo settore. Si tratta di un’analisi sistematica che permette di delineare un profilo di consumi preciso e realistico di un qualsiasi edificio aziendale o di più gruppi di edifici, ma anche degli impianti industriali, servizi sia pubblici che privati. Una volta fatta la valutazione del consumo energetico, l’audit consente anche di individuare la soluzione migliore per consentire a quell’edificio di ottimizzare al massimo i suoi consumi.
Per effettuare la diagnosi, poniamo di un edificio X, si devono analizzare tutte le prestazioni energetiche di tale luogo, in modo da comprendere se vi sia la possibilità di rendere ancora più efficiente il servizio ottimizzando ulteriormente i consumi. Si valuta quindi la possibilità di tale azione sia dal punto di vista tecnico che da quello economico e se si riscontra un vantaggio per l’azienda si procede con una bozza di intervento da sottoporre al personale specifico.
Le fasi del lavoro per un buon audit
Per effettuare un’analisi dettagliata, professionale e seria si devono rispettare diverse fasi di lavoro, queste non sono uguali per tutte le aziende di diagnosi, ma a grandi linee si dovrebbe procedere in questo modo:
effettuare un progetto per disporre l’audit;
- visite di raccolta dati;
- si elabora la diagnosi energetica;
- presentazione dei dati raccolti e successivo follow-up;
- si prepara un riepilogo sulle opportunità di risparmio;
- miglioramenti possibili e piani d’azione;
Diagnosi a norma e quando evitarle
La diagnosi, per essere considerata a norma, deve rispettare le norme e le tecniche UNI CEI EN 16247 1-4 e l’allegato 2 alle linee guida. Chiaramente, se l’impresa è già certificata ISO 50001, EN ISO 14001 o EMAS, può anche non effettuare l’audit, purché in questa certificazione sia inclusa un’audit conforme a quanto detto in precedenza. Se poi si è effettuata un’analisi negli anni precedenti, queste sono valide retroattivamente per 4 anni dalla scadenza dell’obbligo, sempre che siano anch’esse conformi alla nuova normativa.
Le imprese soggette alla suddetta normativa posso incorrere in pesanti sanzioni in assenza di audit.