Avere un bel sorriso è il sogno di tutti e fortunatamente oggi, anche per chi lo aveva perso da tempo, è possibile. Questo grazie alle nuove tecniche di implantologia dentale, tecniche che pian piano stanno diventando alla portata di tutti anche con pagamenti rateizzati o comunque personalizzati. Si tratta quindi di una tipologia di interventi tutto sommato non troppo rischiosa, dolorosa, e che non sempre raggiunge il risultato che si sperava, anche se non accade spesso. Questo occorre quando, una volta impiantato l’impianto dentale, si va incontro a quello che potremmo chiamare rigetto, o quando subentra un’infezione dell’impianto dentale nota come perimplantite.
Infezione dell’impianto dentale, cos’è e come si riconosce
Ormai la metodica implantare ha raggiunto livelli notevoli di sicurezza e di successo raggiungendo eccellenti risultati sia a livello estetico che funzionale. Questa tecnica, messa a punto da Per-Ingvar Brånemark attorno agli anni’80, oggi si è decisamente affinata, anche per il fatto che sempre più spesso i pazienti richiedono un impianto cosiddetto a carico immediato, ovvero, che venga impiantato in tempi molto brevi.
Proprio da questa fretta derivano impianti diversi da quelli utilizzati in principio, che erano lisci, e diverse problematiche legate alla capacità di osteointegrazione. Cosa accade? In pratica l’impianto a carico immediato ha una superficie ruvida che gli consente osteointegrarsi più rapidamente. Tuttavia, questa velocità, nonché il carico durante la masticazione, hanno iniziato a creare diversi problemi. Si determinano così delle problematiche a carattere infiammatorio anche molto serie che possono compromettere la funzionalità e il successo di osteointegrazione dell’impianto dentale. Basti pensare che un corretto decorso operatorio richiede almeno tre mesi.
I sintomi dell’infezione dell’impianto dentale
Il primo sintomo, quello più riconoscibile, è sicuramente quello del dolore durante la masticazione. Quando si inizia a sentire dolore è anche probabile che si ravvisi una certa mobilità dello stesso, e a quel punto è chiaro che l’impianto è compromesso nella sua parte apicale, cioè nel profondo. Solo nel 50% dei casi si riesce a recuperare una situazione con questa gravità.
Tra gli altri sintomi vi sono poi l’arrossamento e il sanguinamento delle gengive. In questo caso però si può tirare un sospiro di sollievo dato che si tratta di un’infezione ancora superficiale. Se però non si sente dolore, il rischio è quello di sottovalutare la portata e la gravità della situazione, esattamente come accade per la parodontite, che ci si preoccupa quando ormai il danno è fatto.
Prevenzione delle infezioni dell’impianto dentale
Naturalmente è possibile prevenire qualsiasi tipo di danno, soprattutto nei pazienti considerati a rischio, attuando tutte le precauzioni possibili suggerite dal caso. Particolare attenzione va posta per quei pazienti diabetici o che appunto hanno sofferto di parodontite, o che sono fumatori. Risulta poi fondamentale utilizzare apparecchi lisci e attendere i tempi necessari per una buona osteointegrazione, e infine occorre una perfetta igiene dentale.
Molti problemi si verificano quando i pazienti eseguono un trapianto all’estero perché non sempre è agevole tornare sul posto per un controllo. Tuttavia si possono consultare dei medici a domicilio che potranno valutare l’entità del problema e per lo meno prescrivere una terapia iniziale in attesa che il paziente vada a fare una visita presso lo studio dentistico dove ha effettuato l’intervento per il posizionamento dell’impianto dentale.
Il consiglio comunque è quello di fare le cose rispettando i tempi fisiologici.